Un progetto non può esprimersi solo attraverso una serie di misure oggettive e tecniche (ovvero quelle relative allo spazio quantizzato), ma deve anche riguardare la componente soggettiva dell’individuo, fino ad offrirsi ad un sentire corporeo che è dell’ordine degli affetti. Con questi auspici l’opera può aprirsi al Reale, può raccontare una storia divergente, può incontrare la bellezza laddove non vi è integrità, compiutezza, armonia. Tuttavia, le opzioni che ne deriveranno, qualunque esse siano, hanno la necessità di includere un’etica della responsabilità, pena la perdita di rilevanza come soggetti attivi della comunità. Tutti dobbiamo essere all’altezza di farci carico di questo nostro Mondo.